Dal viaggio di Ulisse alla storia dell’isola nascosta nel mar Ionio
Al giorno d’oggi, chi, ricevendo l’offerta di trascorrere il resto della sua vita su un’isola paradisiaca nel Mediterraneo, tra giardini ricoperti di piante e fiori profumatissimi, trascorrendo il tempo a fare quello che piace, con in più il dono dell’immortalità; direbbe: ..NO! NO! E NO!!?
Eppure, Ulisse, quando si congedò da Calipso, dopo una convivenza lunga 7 anni, rinunciò senza batter ciglio a tutto questo…Anzi! Non vedeva l’ora di lasciare quel giardino multisale, dov’era servito e riverito da ancelle canore che si prendevano cura di lui tutto il santo giorno, per tornare in patria, ad Itaca, la ridente cittadina delle isole Ionie e rivedere così la sua Penelope! Già, perché subito dopo i primi momenti idilliaci, trascorsi nell’Eden, egli voleva riprendere a navigare! Desiderava impaziente, solcare il suo piccolo mare, libero, come un comune mortale, che ha fame, sete, sonno e stanchezza. Lui, da solo, in balia degli eventi e del fato. Come faceva un tempo, come faceva prima che approdasse su quell’isola incantata (e desolata).
Ma come era arrivato fin lì l’eroe di Omero?
Ulisse aveva combattuto la guerra di Troia, per dieci lunghissimi anni, lasciando tutto: patria, moglie, amici, e figli; e alla fine desiderava far ritorno a casa. Ma il susseguirsi degli eventi, il fato e perché no, l’ira di qualche Dio, lo costringono a rinviare il suo rimpatrio, e a circumnavigare Coast to Coast il mar Ionio per i successivi lunghissimi 10 anni, nel corso dei quali accade di tutto! Anche il naufragio sull’isola di Calipso.
La dea “nasconditrice”: Calipso
Figlia di Atlante, Calipso è una Ninfa bellissima che abita su un’isola misteriosa e magica: “Ogigia”. Trascorre il suo tempo a filare, cantare e tessere, con le sue schiave (anch’esse bellissime ninfe). Ella, non ha scelto di vivere su quest’ isola inabissata ma vi è stata esiliata dagli Dei, perché si era schierata dalla parte del padre (perdente) nella lotta dei Titani contro Zeus e gli altri dei, per la conquista dell’Olimpo.
Partito così da Troia, dopo una tempesta, che gli costa la perdita di tutto il suo equipaggio in mare, Ulisse vi approda stanco, provato e privo di sensi e qui viene accolto dalla Ninfa che si innamora perdutamente di lui. Lo (trat)tiene con sé, nascondendolo per 7 lunghissimi anni e gli promette l’amore, l’agio e l’immortalità, se dimorerà lì con lei, per sempre. Ma l’amore non è mai a senso unico! Ella non viene ricambiata dall’eroe che trascorre invece i suoi giorni piangendo, sulle rive dell’isola, finchè Zeus non interviene e manda Ermes per convincere Calipso a lasciar partire Ulisse, che viene così munito di zattera e provviste per il viaggio.
L’isola che c’è
E, teatro di queste nuove gesta di Ulisse è ancora una volta il Mar Ionio! Una distesa di azzurro che deve il colore e la trasparenza delle sue acque proprio alla profondità del suo sottosuolo. Così immenso da arrivare a celare, secondo Omero, quell’isola misteriosa e magica.
Si, lo Ionio, che con il suo “toccare” l’Italia Meridionale, la Sicilia, l’Albania e la Grecia non è solo crocevia di rotte, di civiltà e porti ma soprattutto di acque! In questo piccolo mare, si mescolano ogni giorno le calde acque tropicali del mar Rosso provenienti dal Canale di Suez e quelle fredde dell’Oceano Atlantico, che fluiscono attraverso lo stretto di Gibilterra. Un mix reso possibile dai suoi fondali profondi ben 4.000 mt. sotto il livello del mare! Ed è forse in questi abissi che secondo la leggenda, si trovava l’isola di Ogigia, tanto che il suo punto più profondo, 5270 mt. al largo della costa del Peloponneso, è denominato proprio “abisso Calipso”.
Nei secoli in molti hanno cercato di collocare nella geografia reale l’isola di Calipso. Alcuni ipotizzano che possa trattarsi dell’isola di Gozo, dove esiste la “grotta di Calipso”, altri credono invece che essa sia l’attuale Pantelleria mentre altri ancora la pongono nel tratto del Mar Ionio di fronte alla costa calabra, in corrispondenza di Isola di Capo Rizzuto o nei pressi di Punta Alice a Cirò Marina.
Che sia o no “solo” un’invenzione letteraria di Omero, a noi piace pensare che il poeta nello scrivere questo suo racconto, si sia soffermato almeno una volta a guardare l’orizzonte di questo piccolo azzurro mare; fresco e mite, burrascoso e calmo capace di nascondere nelle sue profondità qualunque tesoro, ma soprattutto una grande magia: l’immaginazione.