La storia leggendaria delle Isole Eolie

Le chiamano le 7 sorelle e se ne stanno lì ferme, immobili, pronte a mostrarsi in tutta la loro forza, la loro bellezza ed i loro meravigliosi contrasti.

Sono le isole Eolie: Alicudi, Filicudi, Salina, Lipari, Vulcano, Panarea e Stromboli. Un arcipelago di origine vulcanica, patrimonio dell’Unesco, formatosi oltre 200mila anni fa, al largo delle coste della Sicilia orientale e della Calabria; tra la placca asiatica e quella africana.

Nelle limpide giornate estive, al tramonto è facile vederle emergere dalla costa occidentale calabrese, in fila una dietro l’altra, dal golfo di sant’Eufemia, e dal promontorio di Tropea dove è possibile imbarcarsi per visitarle da vicino.

Su ognuna di queste isole il tempo sembra essersi fermato. I ritmi sono lenti, le strade senza luce artificiale; perché il buio mette meglio in evidenza le loro energie primordiali. In questo spazio aperto di Tirreno meridionale, i 4 elementi dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco si incontrano, generando un susseguirsi di paesaggi suggestivi, delimitati da spiagge di sabbia nera e da rocce millenarie bagnate da un mare blu cobalto.

La nascita delle isole Eolie

Come tutti i luoghi suggestivi del passato, anche la nascita di queste isole è legata ai versi di Omero che le rendono ancora più misteriose ed affascinanti. Secondo il poeta, a dare vita all’arcipelago fu Eolo  (da qui il nome Eolie) designato da Zeus come il domatore dei venti. Il dio abita(va) sull’isola di Lipari dove, chiusi nelle grotte, si trovano custoditi i suoi preziosi venti, che Egli “libera” su richiesta di altri dei o in base alle suppliche dei mortali. A volte succede però che questi venti sfuggano al controllo, causando danni gravi, com’è avvenuto per il distaccamento della Sicilia dal continente; altre volte invece vengono concessi in dono, come quando Eolo regala ad Ulisse il vento propizio per aiutarlo a far ritorno a casa.

Delle sette, Stromboli e Vulcano sono le isole vulcaniche rimaste ancora attive. Di giorno, avvolte da una nube di vapore e, di notte, eruttanti scie luminosissime di fuoco che illuminano il cielo buio e stellato delle Eolie.

Scopriamo l’isola di Vulcano

Vulcano è invece abitata da Efesto (il Dio Vulcano per i romani), figlio di Giove e di sua moglie Era ( in realtà pare che Era abbia generato da sola Efesto per vendicarsi del marito che era diventato padre di Atena senza di lei). Entrambi però, disgustati dalla bruttezza di Efesto lo scagliarono giù dall’Olimpo! Nonostante l’aspetto brutale, dopo una serie di vicissitudini Efesto riesce a sposare Afrodite (Venere). Ma, a causa della sua ossessiva gelosia viene rispedito da Zeus sottoterra. La caduta lo rende zoppo e quindi egli, goffo, brutto e rabbioso trascorre il suo tempo lavorando il fuoco, utilizzando tutti gli elementi del sottosuolo terrestre. È lui che dalla sua officina (il cratere del vulcano) fa fuori uscire scie di fuoco e nubi di zolfo che soffocano il respiro… Lo zolfo è l’elemento caratteristico di quest’ isola che rende le sue sabbie scure e sottili.

La più vicina alla costa Calabrese: Stromboli

Ma, la più vicina alla costa calabrese da cui dista solo 66 Km. è Stromboli! “Iddu” così è soprannominato dai calabresi, è tra le isole vulcaniche, quella più attiva.  Iddu è anche la più suggestiva, un po’ per la sua forma a cono, tipica dei vulcani, dietro il cui profilo ogni giorno il sole arancione al tramonto si cala nel mare; ma soprattutto per lo spettacolo naturale che è capace di offrire durante le sue esplosioni (una ogni 15/20 minuti nei peridi di attività). La scalata notturna verso il cratere è senza dubbio l’esperienza più suggestiva per assistere alla sciara di fuoco. Ma ancor di più lo è osservarla dal mare, quando cadendo, i lapilli illuminano l’acqua.  Uno spettacolo della natura inimmaginabile, che rende queste isole ancora capaci di emozionare.

Goethe, nel suo “Viaggio in Italia” scrive che non si può capire Omero se non sia arriva al Sud…

Si avverte un senso travolgente d’immenso e di mistero…si prova un bisogno di raccoglimento nelle zone più famose della Magna Grecia.

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